MATER DESOLATA: TRADIZIONALE PROCEDAMUS NEL DIES MARIANO DEI SETTE DOLORI
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MATER DESOLATA: TRADIZIONALE PROCEDAMUS NEL DIES MARIANO DEI SETTE DOLORI
PER TUTTI GLI AMANTI DELLA SETTIMANA SANTA:
volevo segnalarvi, da buon bitontino e gran estimatore della tradictio molfettese, che more solito questo venerdì, dalla romanica cattedrale della mia città, si snoderà la "prima epifania del dolore": la processione mattutina del simulacro settecentesco della B.V. Desolata.
Questo momento rievoca l'antica memoria dei Sette Dolori della Vergine, fissata dal rinnovato canon tridentinum ad annum, a partire dagli anni '80 del Cinquecento: grazie allo slancio fideistico e devozionale promosso dalla Chiesa contro-riformata, vennero istituite congragazioni di laici sotto il patrocinio dell'Addolorata. A partire dalla fine del secolo XVI, ma soprattutto nel XVII e XVIII, le chiese preesistenti vennero dotate di altari dedicati alla Madonna Dolorosa con pale d'altare assai intrise di pathos barocco, mentre la chiese costruite ex novo vennero intitolate alle Anime Purganti, presentando sempre arae intitolate al dolore mariano: in quei secoli nelle nostre istituzioni sodalizie proliferavano in continuum attività di committenza di manichini lignei da vastire, magari dagli arti snodabili (fenomeno del Mutatorium: manichino snodabile che arrangia lodevolmente sia il typos della Madonna Dolorosa, cioè da sola o ai piedi della nuda Croce, che quello della Virgo in Pietà, seduta con in grambo il Figlio) che erano assai funzionali alla propaganda fidei del post-tridentino.
In raltà la devozione ai Sette dolori è di origine bizantina: la eicon della"theopatofora" (theos: Dio - pathos: dolore - foreo: portare --> Madre di Dio potratrice del dolore) si sviluppò in occasione del grande fenomeno devozionale post-iconoclasta in età comnena: la marianologia omelitica, diffusa grazie all'actio sermonciatica dei predicatori greci ellenofoni nella nosrta terra di Apulia et Chalabriae, ha permesso la costituzione nel meridione catepanale d'Italia (puglia, basilicata, calabria e sicilia) di una rete di santuari di epononimia mariana tra cui la tarda (ma comunque d'imprinting bizantino-costantinopolitano) titolazione alla Nostra Donna nel dolore. Le belle icone bizantine presentano solitamente la Madonna con le sette spade che le trafiggono il petto ed, immobili nel fondo aureo, persone angeliche recano i symboloi passionis: a Trapani persiste ancora la forte devozione all'icona della Madonna dei Massari (anche se è bizantineggiante solo nel modello iconografico).
La peculiarità della processione bitontina (start to h. 10.00) sta nel canto poeticissimo composto dal canonico Cepollari sul testo del Vescovo Berardi: è suggestivo e carico di materna tenerezza perchè è intonato da voci bianche che accompagnano il simulacro e che, alternativamente all'esecuzione di marce del repertorio funebre, scandiscono ritmicamente la processione.
P.S. ovviamente io nel pm sarò da voi a Molfetta!
volevo segnalarvi, da buon bitontino e gran estimatore della tradictio molfettese, che more solito questo venerdì, dalla romanica cattedrale della mia città, si snoderà la "prima epifania del dolore": la processione mattutina del simulacro settecentesco della B.V. Desolata.
Questo momento rievoca l'antica memoria dei Sette Dolori della Vergine, fissata dal rinnovato canon tridentinum ad annum, a partire dagli anni '80 del Cinquecento: grazie allo slancio fideistico e devozionale promosso dalla Chiesa contro-riformata, vennero istituite congragazioni di laici sotto il patrocinio dell'Addolorata. A partire dalla fine del secolo XVI, ma soprattutto nel XVII e XVIII, le chiese preesistenti vennero dotate di altari dedicati alla Madonna Dolorosa con pale d'altare assai intrise di pathos barocco, mentre la chiese costruite ex novo vennero intitolate alle Anime Purganti, presentando sempre arae intitolate al dolore mariano: in quei secoli nelle nostre istituzioni sodalizie proliferavano in continuum attività di committenza di manichini lignei da vastire, magari dagli arti snodabili (fenomeno del Mutatorium: manichino snodabile che arrangia lodevolmente sia il typos della Madonna Dolorosa, cioè da sola o ai piedi della nuda Croce, che quello della Virgo in Pietà, seduta con in grambo il Figlio) che erano assai funzionali alla propaganda fidei del post-tridentino.
In raltà la devozione ai Sette dolori è di origine bizantina: la eicon della"theopatofora" (theos: Dio - pathos: dolore - foreo: portare --> Madre di Dio potratrice del dolore) si sviluppò in occasione del grande fenomeno devozionale post-iconoclasta in età comnena: la marianologia omelitica, diffusa grazie all'actio sermonciatica dei predicatori greci ellenofoni nella nosrta terra di Apulia et Chalabriae, ha permesso la costituzione nel meridione catepanale d'Italia (puglia, basilicata, calabria e sicilia) di una rete di santuari di epononimia mariana tra cui la tarda (ma comunque d'imprinting bizantino-costantinopolitano) titolazione alla Nostra Donna nel dolore. Le belle icone bizantine presentano solitamente la Madonna con le sette spade che le trafiggono il petto ed, immobili nel fondo aureo, persone angeliche recano i symboloi passionis: a Trapani persiste ancora la forte devozione all'icona della Madonna dei Massari (anche se è bizantineggiante solo nel modello iconografico).
La peculiarità della processione bitontina (start to h. 10.00) sta nel canto poeticissimo composto dal canonico Cepollari sul testo del Vescovo Berardi: è suggestivo e carico di materna tenerezza perchè è intonato da voci bianche che accompagnano il simulacro e che, alternativamente all'esecuzione di marce del repertorio funebre, scandiscono ritmicamente la processione.
P.S. ovviamente io nel pm sarò da voi a Molfetta!
Antonio Sicolo- Numero di messaggi : 8
Data d'iscrizione : 08.03.10
Età : 37
Località : Bitonto
Re: MATER DESOLATA: TRADIZIONALE PROCEDAMUS NEL DIES MARIANO DEI SETTE DOLORI
P.S. ovviamente io nel pm sarò da voi a Molfetta!
.... e ovviamente io sarò a Bitonto in mattinata per vedere la Desolata ed ascoltare quel canto bellissimo accompagnato dalla banda.
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