Si può riportare in vita una processione scomparsa?
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Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Come dal titolo, vorrei chiedervi un parere al riguardo. Nel caso che ha suscitato il mio interesse e vi propongo si tratta proprio di una processione del Venerdì santo che non è scomparsa, ma è stata completamente stravolta tant'è che oggi poco o nulla rimane della tradizione originaria.
Si tratta della processione del Cristo morto di Atri (Te), in Abruzzo, nata nel '700 dopo l'unificazione delle processioni che ognuno dei quattro quartieri organizzava per conto proprio; si svolgeva con il seguente rituale.
Poichè il Duomo di Santa Maria, chiesa principale della città e da dove la processione sarebbe partita, non possedeva nessuna statua, nel pomeriggio (ore 16-17 circa) la confraternita del Suffragio partiva dalla chiesa di Santo Spirito con la statua del Cristo morto; al cataletto del Cristo si univa, al passaggio davanti la chiesa di San Francesco, la Madonna Addolorata portata dalla Congrega delle Stimmate, quindi i due simulacri venivano portati al Duomo, dove aveva inizio la Celebrazione della Passione. Non si trattava ancora della processione vera e propria, ma era tanta la gente che assiepava le strade per assistere al trasferimento delle statue.
Finita la messa, usciva il sacro corteo che vedeva il clero precedere le statue con un cappuccio in testa. La processione, però, non poteva dirsi ancora completa poichè mancava il gruppo del "Calvario" (raffigurazione del Golgota con le tre croci), dell'Arciconfraternita del Rosario, che si univa al passaggio davanti la chiesa di San Giovanni Battista. Quindi, percorse le vie della città, la processione tornava al punto di partenza, in Piazza Duomo, dove avveniva il "congedo": la croce e il clero rientravano a Santa Maria, il Calvario, scortato dall'Arciconfraternita e dagli abitanti del quarto di San Giovanni, se ne tornava alla sua chiesa, e anche Maria e Gesù venivano riportati nelle loro sedi. Poichè, nella prima parte, i due simulacri compivano lo stesso percorso, le confraternite avevano ideato una bella e commovente rappresentazione: al momento del rientro a San Francesco, dall'alto della scalinata della chiesa, la Madonna veniva fatta girare tre volte, come estremo saluto, verso il Figlio morto, che ora continuava da solo il suo cammino verso la sua chiesa. Solo al momento della 'ritirata' del Cristo la processione poteva dirsi conclusa, sebbene non ci fossero più nè la banda e nè soprattutto il clero. Il saluto della Madonna al Cristo morto era il vero motivo caratterizzante della processione, che attirava anche i fedeli dei paesi limitrofi: con il Corso (che all'altezza di San Francesco è piuttosto stretto) colmo di folla, tutto avveniva nel silenzio generale, in cui gli unici rumori a volte erano i pianti di qualcuno, segno che quel semplice e suggestivo rito era capace di smuovere la fede semplice e pura di un popolo.
Ecco invece cosa avviene oggi: la celebrazione della Passione si svolge al Duomo, dove la processione esce con il clero e le statue dell'Addolorata e del Cristo morto (si tratta di due simulacri diversi da quelli succitati) conservate nell'attigua chiesa di S.Reparata; quindi, come un tempo, si arriva a San Giovanni e si unisce il Calvario. Dopo un'ora, si ritorna in piazza e l'Addolorata e il Cristo morto rientrano nel Duomo, mentre il Calvario se ne ritorna solo soletto (cosa davvero brutta e triste a vedersi), tra l'indifferenza generale, a San Giovanni.
Quando, a causa di chi chi e perchè è successo il totale stravolgimento di una processione così antica? Nel 1940 a monsignor Raffaele Tini, Arcidiacono del Duomo (che comunque fu una persona di grande cultura, avendo istituito in Atri vari musei), non andava giù il fatto che il Duomo, la chiesa principale della città e diocesi, organizzasse solo la messa, mentre in fatto di statue essa era subordinata alle altre non avendone una propria. Inoltre, applicando alla lettera i consigli di sobrietà e compostezza espressi dalla Chiesa, bisognava eliminare alcune cose considerate "coreografiche e superflue".
Così, nascondendo però il primo motivo, iniziò l'opera riformatrice. Tra le proteste di tutti gli atriani, fu subito eliminato il triplice saluto dell'Addolorata; poi, il Tini ordinò alle confraternite di trasferire le loro statue al Duomo, ma avendo incontrato la loro opposizione (solo la congrega del Suffragio fu un po' più docile, concedendo la grande bara con la coltre nera) dovette provvedere di tasca propria. Comprò l'Addolorata dalla famiglia Arlini, che la custodiva nella sua cappella privata, e fece scolpire il Cristo morto da un artista del Nord Italia. Quindi, siccome il denaro scarseggiava, fu costretto a mantenere il privilegio del Calvario alla chiesa di San Giovanni, tra la felicità degli abitanti del quartiere.
Le conseguenze di questo stravolgimento, che ha praticamente cancellato una secolare tradizione (non è possibile il paragone tra l'attuale processione e quella di settant'anni fa), sono state molteplici. Innanzi tutto, un tempo la partecipazione degli atriani era molto più attiva: sia perchè quegli elementi "coreografici", come abbiamo già visto, impressionavano l'animo e lo rendevano più vicino alle vicende della Passione; sia perchè le quattro chiese coinvolte, ognuna con funzioni diverse, corrispondevano ai quartieri della città, per cui (ad esempio) la parrocchia di San Nicola, che oggi è solo toccata dalla processione, un tempo poteva davvero dire di esserne parte per la presenza del Cristo morto (Santo Spirito fa parte di quella parrocchia), e il quartiere di San Giovanni era così coinvolto nell'allestimento del Calvario che addirittura i quartaroli lo riaccompagnavano in chiesa alla fine, rinunciando a vedere il rito del "saluto".
Inoltre, questo è stato uno dei fattori che ha portato alla scomparsa delle confraternite atriane, che un tempo erano quattordici, una per ogni chiesa.
Il mio proposito era quello di proporre al parroco del Duomo la riproposizione dell'antica processione, magari anche solo per una volta (come a Molfetta dove nel 2006 la Processione della Pietà si è svolta secondo il vecchio rituale), perchè è davvero inconcepibile che una città come Atri (da tutti ricordata come importante centro d'arte e custode di numerose tradizioni secolari) metta una pietra sopra proprio ad un pezzo della sua cultura. Infatti, e concludo con questo, solo una pubblicazione del Museo Etnografico, alcuni anni fa, ha dedicato qualche parola riguardo alla vecchia processione del Cristo morto, che altrimenti si sta chiudendo nel dimenticatoio.
Si tratta della processione del Cristo morto di Atri (Te), in Abruzzo, nata nel '700 dopo l'unificazione delle processioni che ognuno dei quattro quartieri organizzava per conto proprio; si svolgeva con il seguente rituale.
Poichè il Duomo di Santa Maria, chiesa principale della città e da dove la processione sarebbe partita, non possedeva nessuna statua, nel pomeriggio (ore 16-17 circa) la confraternita del Suffragio partiva dalla chiesa di Santo Spirito con la statua del Cristo morto; al cataletto del Cristo si univa, al passaggio davanti la chiesa di San Francesco, la Madonna Addolorata portata dalla Congrega delle Stimmate, quindi i due simulacri venivano portati al Duomo, dove aveva inizio la Celebrazione della Passione. Non si trattava ancora della processione vera e propria, ma era tanta la gente che assiepava le strade per assistere al trasferimento delle statue.
Finita la messa, usciva il sacro corteo che vedeva il clero precedere le statue con un cappuccio in testa. La processione, però, non poteva dirsi ancora completa poichè mancava il gruppo del "Calvario" (raffigurazione del Golgota con le tre croci), dell'Arciconfraternita del Rosario, che si univa al passaggio davanti la chiesa di San Giovanni Battista. Quindi, percorse le vie della città, la processione tornava al punto di partenza, in Piazza Duomo, dove avveniva il "congedo": la croce e il clero rientravano a Santa Maria, il Calvario, scortato dall'Arciconfraternita e dagli abitanti del quarto di San Giovanni, se ne tornava alla sua chiesa, e anche Maria e Gesù venivano riportati nelle loro sedi. Poichè, nella prima parte, i due simulacri compivano lo stesso percorso, le confraternite avevano ideato una bella e commovente rappresentazione: al momento del rientro a San Francesco, dall'alto della scalinata della chiesa, la Madonna veniva fatta girare tre volte, come estremo saluto, verso il Figlio morto, che ora continuava da solo il suo cammino verso la sua chiesa. Solo al momento della 'ritirata' del Cristo la processione poteva dirsi conclusa, sebbene non ci fossero più nè la banda e nè soprattutto il clero. Il saluto della Madonna al Cristo morto era il vero motivo caratterizzante della processione, che attirava anche i fedeli dei paesi limitrofi: con il Corso (che all'altezza di San Francesco è piuttosto stretto) colmo di folla, tutto avveniva nel silenzio generale, in cui gli unici rumori a volte erano i pianti di qualcuno, segno che quel semplice e suggestivo rito era capace di smuovere la fede semplice e pura di un popolo.
Ecco invece cosa avviene oggi: la celebrazione della Passione si svolge al Duomo, dove la processione esce con il clero e le statue dell'Addolorata e del Cristo morto (si tratta di due simulacri diversi da quelli succitati) conservate nell'attigua chiesa di S.Reparata; quindi, come un tempo, si arriva a San Giovanni e si unisce il Calvario. Dopo un'ora, si ritorna in piazza e l'Addolorata e il Cristo morto rientrano nel Duomo, mentre il Calvario se ne ritorna solo soletto (cosa davvero brutta e triste a vedersi), tra l'indifferenza generale, a San Giovanni.
Quando, a causa di chi chi e perchè è successo il totale stravolgimento di una processione così antica? Nel 1940 a monsignor Raffaele Tini, Arcidiacono del Duomo (che comunque fu una persona di grande cultura, avendo istituito in Atri vari musei), non andava giù il fatto che il Duomo, la chiesa principale della città e diocesi, organizzasse solo la messa, mentre in fatto di statue essa era subordinata alle altre non avendone una propria. Inoltre, applicando alla lettera i consigli di sobrietà e compostezza espressi dalla Chiesa, bisognava eliminare alcune cose considerate "coreografiche e superflue".
Così, nascondendo però il primo motivo, iniziò l'opera riformatrice. Tra le proteste di tutti gli atriani, fu subito eliminato il triplice saluto dell'Addolorata; poi, il Tini ordinò alle confraternite di trasferire le loro statue al Duomo, ma avendo incontrato la loro opposizione (solo la congrega del Suffragio fu un po' più docile, concedendo la grande bara con la coltre nera) dovette provvedere di tasca propria. Comprò l'Addolorata dalla famiglia Arlini, che la custodiva nella sua cappella privata, e fece scolpire il Cristo morto da un artista del Nord Italia. Quindi, siccome il denaro scarseggiava, fu costretto a mantenere il privilegio del Calvario alla chiesa di San Giovanni, tra la felicità degli abitanti del quartiere.
Le conseguenze di questo stravolgimento, che ha praticamente cancellato una secolare tradizione (non è possibile il paragone tra l'attuale processione e quella di settant'anni fa), sono state molteplici. Innanzi tutto, un tempo la partecipazione degli atriani era molto più attiva: sia perchè quegli elementi "coreografici", come abbiamo già visto, impressionavano l'animo e lo rendevano più vicino alle vicende della Passione; sia perchè le quattro chiese coinvolte, ognuna con funzioni diverse, corrispondevano ai quartieri della città, per cui (ad esempio) la parrocchia di San Nicola, che oggi è solo toccata dalla processione, un tempo poteva davvero dire di esserne parte per la presenza del Cristo morto (Santo Spirito fa parte di quella parrocchia), e il quartiere di San Giovanni era così coinvolto nell'allestimento del Calvario che addirittura i quartaroli lo riaccompagnavano in chiesa alla fine, rinunciando a vedere il rito del "saluto".
Inoltre, questo è stato uno dei fattori che ha portato alla scomparsa delle confraternite atriane, che un tempo erano quattordici, una per ogni chiesa.
Il mio proposito era quello di proporre al parroco del Duomo la riproposizione dell'antica processione, magari anche solo per una volta (come a Molfetta dove nel 2006 la Processione della Pietà si è svolta secondo il vecchio rituale), perchè è davvero inconcepibile che una città come Atri (da tutti ricordata come importante centro d'arte e custode di numerose tradizioni secolari) metta una pietra sopra proprio ad un pezzo della sua cultura. Infatti, e concludo con questo, solo una pubblicazione del Museo Etnografico, alcuni anni fa, ha dedicato qualche parola riguardo alla vecchia processione del Cristo morto, che altrimenti si sta chiudendo nel dimenticatoio.
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Ti ringrazio per questa tua testimonianza che, se vuoi, posso vedere di pubblicare sul sito. Ciao ... a giorni pubblico la monografia sulla Settimana Santa di Teramo.
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Grazie Franco, però quello che vorrei fare con questa mia testimonianza non è solo far ricordare come si svolgeva un tempo la processione del Venerdì Santo ad Atri, ma anche riportarla in vita!
P.S.: hai aggiunto, riguardo a Teramo, le 'correzioni' che ti avevo segnalato? Scusa se sembro pedante ma quando leggo delle cose sbagliate non resisto .
P.S.: hai aggiunto, riguardo a Teramo, le 'correzioni' che ti avevo segnalato? Scusa se sembro pedante ma quando leggo delle cose sbagliate non resisto .
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Franco Stanzione ha scritto:Quali esattamente? ... ricordamele
Si tratta dell'ultimo post della discussione dedicata al Venerdì Santo a Teramo, forse avrai già letto . Ho semplicemente corretto una cosa riguardo allo svolgimento della processione della Desolata e aggiunto notizie su un' ulteriore immagine dell'Addolorata presente in Teramo.
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Senti ... ci ho capito poco ... fa' una cosa, riscrivimi con parole tue quello che devo correggere.
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Allora:
1- la notizia, tratta da Wikipedia, secondo la quale la statua della Desolata, dopo la processione, viene portata in forma privata in Cattedrale, è assolutamente falsa. Non so chi ha scritto ciò, comunque molto probabilmente si sarà confuso poichè adesso, visto che Sant'Agostino è chiusa, la statua è stata collocata a San Berardo proprio accanto a quell'antico Crocifisso, altrimenti, dopo aver trovato Cristo morto all'Annunziata, la Desolata ritorna a Sant'Agostino e lì rimane .
2- passeggiando per Teramo, ho scoperto che esiste un'altra immagine dell'Addolorata: è una stata lignea e policromata che si trova nella piccola chiesa di San Bartolomeo, sconosciuta ai più e praticamente diventata ''invisibile'' da quando il fronteggiante Teatro romano è coperto dalle impalcature di un lungo e discusso restauro. Nonostante ciò, la chiesetta è davvero tenuta in buone condizioni e sull'altare maggiore si trova questa effige, risalente al XV secolo ma che aveva inizialmente 'funzione' diversa: si trattava, infatti, di una Madonna con Bambino, della tipologia abruzzese, come evidenziano la postura seduta, le mani in posizione adorante e le ginocchia sulle quali un tempo era disteso il Bambin Gesù. Nel XVIII secolo, perduto il Bambino, la statua è stata adattata ad Addolorata posizionando sul petto il cuore trafitto da spade. Purtroppo non ho ulteriori informazioni in merito, e sarebbe bello sapere se questa 'trasformazione' sia dovuta anche a qualche evento particolare.
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Si tratta solamente di togliere una cosa scritta nel testo (la prima) e aggiungere queste poche righe su quest'altra statua dell'Addolorata.
1- la notizia, tratta da Wikipedia, secondo la quale la statua della Desolata, dopo la processione, viene portata in forma privata in Cattedrale, è assolutamente falsa. Non so chi ha scritto ciò, comunque molto probabilmente si sarà confuso poichè adesso, visto che Sant'Agostino è chiusa, la statua è stata collocata a San Berardo proprio accanto a quell'antico Crocifisso, altrimenti, dopo aver trovato Cristo morto all'Annunziata, la Desolata ritorna a Sant'Agostino e lì rimane .
2- passeggiando per Teramo, ho scoperto che esiste un'altra immagine dell'Addolorata: è una stata lignea e policromata che si trova nella piccola chiesa di San Bartolomeo, sconosciuta ai più e praticamente diventata ''invisibile'' da quando il fronteggiante Teatro romano è coperto dalle impalcature di un lungo e discusso restauro. Nonostante ciò, la chiesetta è davvero tenuta in buone condizioni e sull'altare maggiore si trova questa effige, risalente al XV secolo ma che aveva inizialmente 'funzione' diversa: si trattava, infatti, di una Madonna con Bambino, della tipologia abruzzese, come evidenziano la postura seduta, le mani in posizione adorante e le ginocchia sulle quali un tempo era disteso il Bambin Gesù. Nel XVIII secolo, perduto il Bambino, la statua è stata adattata ad Addolorata posizionando sul petto il cuore trafitto da spade. Purtroppo non ho ulteriori informazioni in merito, e sarebbe bello sapere se questa 'trasformazione' sia dovuta anche a qualche evento particolare.
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Si tratta solamente di togliere una cosa scritta nel testo (la prima) e aggiungere queste poche righe su quest'altra statua dell'Addolorata.
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Scusa, sarò deficente, ma non ho capito nulla. Facendo copia incolla, scrivi prima cosa deco togliere, le parole esatte, e dopo le parole con cui devo fare la sostituzione ... ma il testo completo.
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Allora:
" VENERDI' SANTO (mattina) - Processione della Desolata
...La Madonna sosta per parecchi minuti in questa chiesa e, dopo aver dato l'ultimo saluto al Figlio, esce dalla chiesa e riprende il suo percorso, rientrando in S. Agostino. Al momento del rientro, verso le 8.00, le donne cedono la conduzione della statua ai confratelli della Cintola.
In genere, subito dopo la processione, la statua della Madonna Addolorata viene portata, in forma privata, nella Cattedrale di Teramo e posizionata accanto ad un antico crocifisso del XV secolo. Caratteristica della processione è che le strade percorse sono listate a lutto; infatti i balconi dei palazzi sono coperti da drappi di stoffa nera o viola...."
Tutta questa parte in neretto puoi eliminarla, in quanto errata.
Invece alla pagina "Il culto di Maria SS. Addolorata a Teramo" puoi aggiungere:
Nella chiesa di San Bartolomeo, piccola cappella sconosciuta ai più e diventata praticamente invisibile dopo l'inizio di un lungo e discusso restauro all'antistante Teatro romano (ma nonostante ciò tenuta in buone condizioni), si trova infine un'altra statua che però aveva originariamente funzione diversa: si trattava infatti di una Madonna con Bambino, della tipologia abruzzese, come evidenziano la postura seduta, le mani in posizione adorante e le ginocchia sulle quali un tempo era disteso il Bambin Gesù. Nel XVIII secolo, perduto il Bambino, la statua è stata adattata ad Addolorata posizionando sul petto il cuore trafitto da spade.
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Riguardo a quest'ultima cosa mi dispiace solo dirti che non so al momento che cosa ha portata al "cambiamento", se c'è stato per esempio un evento particolare.
E speriamo che questa volta vada tutto bene!
" VENERDI' SANTO (mattina) - Processione della Desolata
...La Madonna sosta per parecchi minuti in questa chiesa e, dopo aver dato l'ultimo saluto al Figlio, esce dalla chiesa e riprende il suo percorso, rientrando in S. Agostino. Al momento del rientro, verso le 8.00, le donne cedono la conduzione della statua ai confratelli della Cintola.
In genere, subito dopo la processione, la statua della Madonna Addolorata viene portata, in forma privata, nella Cattedrale di Teramo e posizionata accanto ad un antico crocifisso del XV secolo. Caratteristica della processione è che le strade percorse sono listate a lutto; infatti i balconi dei palazzi sono coperti da drappi di stoffa nera o viola...."
Tutta questa parte in neretto puoi eliminarla, in quanto errata.
Invece alla pagina "Il culto di Maria SS. Addolorata a Teramo" puoi aggiungere:
Nella chiesa di San Bartolomeo, piccola cappella sconosciuta ai più e diventata praticamente invisibile dopo l'inizio di un lungo e discusso restauro all'antistante Teatro romano (ma nonostante ciò tenuta in buone condizioni), si trova infine un'altra statua che però aveva originariamente funzione diversa: si trattava infatti di una Madonna con Bambino, della tipologia abruzzese, come evidenziano la postura seduta, le mani in posizione adorante e le ginocchia sulle quali un tempo era disteso il Bambin Gesù. Nel XVIII secolo, perduto il Bambino, la statua è stata adattata ad Addolorata posizionando sul petto il cuore trafitto da spade.
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Riguardo a quest'ultima cosa mi dispiace solo dirti che non so al momento che cosa ha portata al "cambiamento", se c'è stato per esempio un evento particolare.
E speriamo che questa volta vada tutto bene!
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
Tutto ok ... fatto ... controlla e dimmi se c'è altro, cos' la pubblico tra una settimana al massimo.
Re: Si può riportare in vita una processione scomparsa?
A posto a posto!
Abru- Numero di messaggi : 17
Data d'iscrizione : 03.01.11
Località : Silvi (Te)
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